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Il termodinamico e i continui fallimenti delle proposte progettuali.

Pubblicato su da ASSOCIAZIONE INTERCOMUNALE LUCANIA

Dalla Basilicata alla Sardegna si susseguono notizie contrarie alle ipotesi progettuali di impianti termodinamici. In Regione Basilicata, risale al 31 marzo 2016 il provvedimento di archiviazione del procedimento di Valutazione Impatto Ambientale dell'impianto della società Teknosolar Italia  S.r.l. il cui ricorso dinanzi al T.A.R., notizia di pochi giorni fa, è stato dichiarato infondato nei suoi primi due motivi. Lo scorso 6 febbraio c'è stato il giuramento del C.T.U. chiamato ad esprimersi su questioni prettamente tecniche legate al terzo ed ultimo motivo del ricorso, lasciando alle parti, quali la Regione Basilicata ed il Comune di Palazzo San Gervasio, la possibilità di presentare osservazioni allo schema di perizia che sarà depositato entro il 28 febbraio p.v.  

 

Dalla Sardegna la storia si ripete per un similare impianto termodinamico da 55 MWe denominato "Gonnosfanadiga". L'impianto venne sottoposto ad una procedura di V.I.A. statale, non regionale come nel caso del termodinamico nostrano, poiché la sua potenza termica, da non confondere con quella elettrica, è da ritenersi superiore ai 300 MWt. Dopo il susseguirsi di pareri contrastanti, quale quello della Commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale VIA e VAS, del Ministero dei beni e delle attività culturale e del turismo e della Regione Sardegna, si è giunti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l'attivazione della procedura prevista dall'art.5, comma 2, lettera c-bis) della Legge n. 400/1988. La Presidenza ebbe modo di esprimersi nella seduta del dicembre 2017 evidenziando, nella sua deliberazione protocollata l'8 gennaio di quest'anno, la non sussistenza delle condizioni per la prosecuzione del procedimento autorizzativo avviato dal Ministero dell'ambiente e, come diretta conseguenza di ciò, il citato Ministero ha recentemente emanato il decreto n. 30 del 2 febbraio u.s. con il quale esprime giudizio negativo di compatibilità ambientale al progetto dell'impianto termodinamico della società Gonnosfanadiga Limited. 

 

Tante le criticità dell'impianto individuate nei pareri contrari della Regione e del Mi.B.A.C.T. che sembrano ripercorrere quanto venne ampiamente e ripetutamente evidenziato anche per l'impianto della Teknosolar in Basilicata: forte impatto sul territorio, sul suolo e sul sottosuolo. Anche per l'impianto sardo, la Regione ha avuto modo di rimarcare il notevole impatto sociale ed economico sull'intera area interessata a causa dell'occupazione spropositata di 227 ettari di terreni agricoli in analogia ai circa 226 ettari che si volevano occupare in Basilicata.  

 

Alla luce di queste ultime piacevoli notizie, possiamo dire che dalla Basilicata alla Sardegna sono stati salvati quasi 500 ettari di suolo agricolo da irrispettosi progetti termodinamici. Terreni salvati da centrali termoelettriche alimentate anche da fonti fossili che non sarebbero mitigabili con nessuna opera di compensazione a fronte della notevole perdita, economica ed ambientale, che tali centrali avrebbero potuto, verosimilmente, determinare. È stata la Presidenza del Consiglio dei Ministri, chiamata ad esprimersi sull'impianto sardo, ad evidenziare, con tutta la sua autorevolezza, che "pur riconoscendo la valenza energetica del progetto, la centrale solare termodinamica in questione produrrebbe un elevato impatto sull'assetto paesaggistico e sulle modalità di utilizzo, anche economico, dell'area, che sarebbe in contrasto con le norme previste dal codice dei beni culturali, con la pianificazione territoriale regionale e locale, oltre che con le finalità della Strategia nazionale per la biodiversità e con le politiche agricole dell'Unione europea".  

 

 

Donato Cancellara

Comm. Energia - Federazione Nazionale Pro-Natura

articolo pubblicato a pag. 12 da LA NUOVA del Sud - ed. 8 febbraio 2018

articolo pubblicato a pag. 12 da LA NUOVA del Sud - ed. 8 febbraio 2018

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