Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog

il FattoQuotidiano - Antonello Caporale - 18.11.2014

Pubblicato su da ASSOCIAZIONE INTERCOMUNALE LUCANIA

martedì 18/11/2014 AVVELENAMENTI

I RE DELL’ORO NERO LUCANO E LA RIVOLTA DEI RAGAZZI
CON SBLOCCA ITALIA VIA LIBERA A SUPER-TRIVELLAZIONI, IN CAMBIO UNA PIOGGIA DI MILIONI: ENI, SHELL, TOTAL E POLITICI ESULTANO. GLI STUDENTI VANNO IN PIAZZA

di Antonello Caporale inviato a Viggiano (Potenza)

Gianni Pittella, capogruppo del Pse e suo fratello Marcello, governatore della Basilicata Sopra, trivellazioni in Val d’Agri - Olycom
Anche i lucani nel loro pic­colo s’incazzano. L’Opa delle com­pa­gnie petro­li­fere sulla regione, l’offerta di com­prar­sela in blocco e tri­vel­larla nel modo giu­sto, facendo zam­pil­lare una sele­zione tra i migliori dei 479 pozzi cen­siti e “assag­giati” (271 in pro­vin­cia di Matera e 208 in pro­vin­cia di Potenza) in cam­bio di una distesa di bigliet­toni di euro alle comu­nità coin­volte deve ora vin­cere l’ultimo e più incre­scioso degli acci­denti: la paura.

Un passo indie­tro. Mat­teo Renzi a mag­gio decide di tra­sfor­mare la Basi­li­cata nel nuovo Texas ita­liano e avoca al potere cen­trale, nel decreto Sblocca Ita­lia, le com­pe­tenze per l’ampliamento della pro­du­zione petro­li­fera. Lo chie­dono le tre grandi sorelle inte­res­sate all’affare: Eni, Shell e Total. Dei 38 pozzi attual­mente in pro­du­zione con 85mila barili al giorno, che diver­ranno 135 mila appena i 50 mila mar­chiati Total saranno sul mer­cato e 154 mila quando l’Eni atti­verà l’estrazione dell’ultimo ceppo con­cor­dato nella vec­chia intesa, si può suc­chiare da altri buchi altro mera­vi­glioso oro nero.

La cosa straor­di­na­ria è che la scelta di Renzi di evi­rare ogni auto­no­mia alla Luca­nia ottiene fra gli evi­rati un indi­scu­ti­bile suc­cesso. Vivis­simo plauso da parte del pac­chetto di depu­tati e sena­tori che deten­gono la Regione. Per Mar­cello Pit­tella, il gover­na­tore, si apri­reb­bero così “grandi oppor­tu­nità” per il ter­ri­to­rio. Mar­cello è fra­tello di Gianni, azio­ni­sta di rife­ri­mento del Pd e capo­gruppo dei socia­li­sti euro­pei a Bru­xel­les che nel silen­zio annuisce.

L’indagine

Gli affari viaggiano su tir con rifiuti tossici e scorie radioattive. Un’inchiesta dei pm è quasi arrivata alla fine e c’è chi trema
L’ex gover­na­tore Vito De Filippo è sot­to­se­gre­ta­rio alla Sanità e figu­rarsi. L’altro ex con­du­ca­tor Filippo Bub­bico, pre­de­ces­sore di De Filippo e Pit­tella, è vice­mi­ni­stro all’Interno e stra­fi­gu­rarsi. C’è da aggiun­gere che un altro poten­tino, Roberto Spe­ranza, è capo­gruppo alla Camera e quindi son­nec­chia con cir­co­spe­zione. Il sestetto di mischia si com­pleta con un vero fan del petro­lio, il depu­tato Sal­va­tore Mar­giotta. I potenti e influenti poli­tici locali dun­que non solo applau­dono ma rifiu­tano di acco­gliere la richie­sta popo­lare di ricor­rere alla Corte costi­tu­zio­nale con­tro l’articolo 38 che cen­tra­lizza l’affare, spo­stan­dolo a Roma, lon­tano dal cuore. Resta, quasi soli­ta­rio, il voto di Vin­cenzo Folino, anch’egli Pd: “Com­batto con­tro que­sta posi­zione anche se so di perdere”.

Il con­te­sto sem­bra far girare il vento per il verso giu­sto. Matera è intanto eletta capi­tale euro­pea della cul­tura, e dun­que festeg­gia i suoi Sassi infi­schian­do­sene della puzza e delle tri­velle. Anche le par­roc­chie salu­tano com­patte all’incipiente sequela di per­fo­ra­zioni. Del resto le tre sorelle del petro­lio, sem­pre ani­mate da spi­rito col­la­bo­ra­tivo, sosten­gono col loro mar­chio un deci­sivo volume della Cei dal titolo “Iti­ne­rari reli­giosi in Basi­li­cata”. Fede­rica Guidi, il mini­stro dello Svi­luppo eco­no­mico in una sua visita quasi lacrima per la gioia: non ha mai visto un popolo più tenero, dispo­ni­bile e respon­sa­bile di quello lucano: “È vera­mente brava gente”.

Poi però qual­cosa s’inceppa. Ini­ziano gli stu­denti medi, quelli dei licei. Pro­gram­mano le cin­que gior­nate, ma non è nulla di let­te­ra­rio. Ci saranno cin­que giorni di pro­te­ste in piazza. Banale ma effi­cace la que­stione posta. Ema­nuele, uno dei lea­der, domanda a Renzi: “Vieni nella mia casa e non bussi alla mia porta?”. Mani­fe­stano il primo giorno, e sono migliaia. Pure il secondo giorno sono migliaia. E così il terzo. “Un modo per non andare a scuola”, snob­bano i pre­to­riani. Allora le mani­fe­sta­zioni ven­gono spo­state al pome­rig­gio: e sono migliaia comunque.

Tur­bo­lenze gio­va­nili? Sì e no. Per­ché la rab­bia dei gio­va­nis­simi si uni­sce a quella di chi non vive di petro­lio ma di turi­smo e agri­col­tura. I mate­rani, pur in festa, ini­ziano a inter­ro­garsi sul fatto che il loro cielo si spor­chi di nero per colpa dei poten­tini, dei quali non hanno grande sim­pa­tia (ricam­biati, del resto). Dun­que dopo Potenza anche Matera il 23 novem­bre scen­derà in piazza. È un con­ta­gio lento ma che avanza. E dove non può la rab­bia, ce la fa l’altra paura. La paura di vedersi ricco ma amma­lato. Qui a Vig­giano, capi­tale del petro­lio, i soldi sono tanti ma anche la fifa è blu. Tanto che il sin­daco Ame­deo Cicala con­fessa: “Potessi direi no al petro­lio. Ma come si fa? Mi pre­oc­cupa però l’economia dro­gata, ho ter­rore che la mia comu­nità sia espro­priata dal diritto di gover­nare la scelta industriale”.

Vig­giano, 3200 abi­tanti, incassa 11 milioni di euro di royal­ties all’anno. Sono ric­chi ma stor­diti. Ric­chi ma impau­riti. Infatti il con­si­glio comu­nale voterà il ricorso alla Corte costi­tu­zio­nale con­tro l’articolo dello Sblocca Ita­lia che gli lega mani e piedi. La paura è che il petro­lio pro­duca danni alla salute. Gli ultimi dati dispo­ni­bili rife­ri­scono di un evi­dente, straor­di­na­rio innal­za­mento delle pato­lo­gie onco­lo­gi­che. Sono 366 casi di cui 183 con decesso. Meso­te­lioma e car­ci­noma pol­mo­nare i prin­ci­pali kil­ler rico­no­sciuti. “Quando si alzano quelle fiam­mate lun­ghe decine di metri verso il cielo io tremo. E tre­mano anche quelli che fanno affari con il petro­lio”, dice il sin­daco di Vig­giano. Le fiamme, i fumi. Anche Matera davanti a sè ha i gas dell’Ilva che quando sono pode­rosi si scor­gono nitidi all’orizzonte, e die­tro di sè il fuoco, o i veleni sot­ter­rati nella piana del Basento.

Ma gli affari, incro­ciando le dita, vanno a gon­fie vele. E qui però la terza e ultima novità: sta per appro­dare a riva una inchie­sta della pro­cura di Potenza, ora­mai avviata da mesi, sul busi­ness con­nesso al petro­lio. Gli affari viag­giano sui tir che tra­spor­tano i reflui tos­sici, le sco­rie radioat­tive e i fan­ghi. Dove e come que­sti veleni ven­gono sot­ter­rati? Quali le cau­tele e quali le impru­denze? È dav­vero tutto a norma di legge? Ed esi­ste o è un’invenzione di alcuni “cro­ni­sti strac­cioni” l’esistenza di un cir­cuito poli­tico che si abbe­vera ai pozzi? Sui cieli lucani tur­bo­lenza in arrivo, allac­ciare le cinture!

il FattoQuotidiano - Antonello Caporale - 18.11.2014
il FattoQuotidiano - Antonello Caporale - 18.11.2014
Commenta il post